Missione Cristiana 153

Torah

Pasqua

«Inizio della libertà di culto»

Esodo 5:1-2

Dopo questo, Mosè ed Aronne andarono dal Faraone e gli dissero:

“Così dice YHWH, il DIO d’Israele:

«Lascia andare il mio popolo,

perché mi celebri una festa nel deserto»”.

2) Ma il Faraone rispose: «Chi è YHWH che io debba ubbidire alla sua voce e lasciar andare Israele?

Io non conosco YHWH e non lascerò andare Israele».

Non conoscere l’unico vero DIO, non mette nessuno, neppure il faraone, in una posizione di vantaggio, ogni uomo è responsabile di se stesso davanti a DIO, conoscere la Verità è conoscere Dio ed è l’unico modo per diventare veramente liberi.

Quando meditiamo la «Pasqua», dobbiamo riconoscere che l’ubbidienza alla Verità di Dio e la sottomissione al Suo Spirito, sono le basi della libertà di culto.

Il Peccato si diffonde

scindendo la grazia dalla verità!

Giovanni 1:14

E la Parola divina divenne carne

e ha vissuto fra noi,

per di più abbiamo contemplato la Sua gloria,

gloria come di unigenito nato dal Padre,

ripieno

di grazia e di verità.

Scindendo la grazia dalla verità,

la «libertà di culto» non è più libertà,

ma un modo diverso di peccare!

Giudici 17:6

In quel tempo non c’era re in Israele;

ognuno faceva ciò che sembrava giusto ai suoi occhi.

Deuteronomio 12:8

Non farete come facciamo oggi qui,

dove ognuno fa tutto ciò che è giusto ai propri occhi,

Proverbi 14:12

C’è una via che all’uomo sembra diritta

ma la sua fine sfocia in vie di morte.

1^ Corinzi 11:27-31

Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore.

28) Ora ciascuno esamini sé stesso, e così mangi del pane e beva dal calice;

29) poiché chi mangia e beve, mangia e beve un giudizio contro sé stesso, se non discerne il corpo del Signore.

30) Per questo motivo molti fra voi sono infermi e malati, e parecchi muoiono.

31) Ora, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati;

La libertà, cioè la salvezza,

è per grazia mediante la fede,

cioè uno stile di vita ubbidiente,

improntato sui principi di Dio,

questo stile di vita è basato sulla Torah che è la Verità.

Una volta compreso per esperienza questo principio, viene la vera libertà di culto che si manifesta in modo pratico e reale nella vita dei fedeli.

Perciò se vogliamo conoscere il significato della redenzione di Dio attraverso la Pasqua, dobbiamo sottometterci a Cristo, perché senza riconoscere Cristo come Redentore, l’umanità resta schiava del peccato.

Giovanni 8:34

Gesù rispose loro:

«in verità, in verità vi dico

che chi commette il peccato

è schiavo del peccato.

Romani 6:14-23

Perché il peccato non s’impadronirà di voi!

Perché non vivete a motivo della legge/Torah ma della grazia.

15) Che dunque? Peccheremo, perché non viviamo a motivo della Legge/Torah ma della grazia? Non sia mai!

16) Non sapete voi che se vi offrite a qualcuno come schiavi per ubbidirgli, siete schiavi di colui a cui ubbidite: o del peccato che conduce alla morte o dell’ubbidienza che conduce alla giustificazione?

17) Ma sia ringraziato Dio perché eravate schiavi del peccato ma avete ubbidito di cuore a quel modello d’insegnamento che vi è stato tramandato;

18) e liberati dal peccato siete diventati servi della Giustizia.

19) Parlo alla maniera degli uomini a motivo della debolezza della vostra carne.

Come infatti dimostraste la vostre membra essere schiave dell’impurità e dell’iniquità nella mancanza di Legge/Torah, così adesso dimostrate che le vostre membra sono serve della Giustizia per la santificazione.

20) Perché quando eravate schiavi del peccato, eravate liberi riguardo alla giustizia.

21) Dunque quale frutto producevate in quel tempo, per i quali ora vi vergognate? Giacché la morte è l’esito di quelle cose.

22) Ma ora che siete stati liberati dal peccato vi siete fatti servi di Dio, ottenete il vostro frutto per la santificazione e per fine la vita eterna;

23) perché il salario del peccato è la morte, ma il dono divino di Dio è vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.

Esodo 1:13-14

e gli Egiziani costrinsero i figli d’Israele a servire con asprezza,

14) e amareggiarono la loro vita con una dura schiavitù, nei lavori d’argilla e di mattoni e in ogni sorta di lavori nei campi.

Li obbligavano a fare tutti questi lavori con asprezza.

Proviamo ora ad immaginare le condizioni del popolo d’Israele schiavo in Egitto.

Essere schiavi significava alzarsi prima del sole, mangiare in malo modo e poi andare nei cantieri.

Lavoravano fin che c’era luce.

Tornati alle loro capanne mangiavano e crollavano sul letto, cioè tiravano a campare.

Lavoravano sette giorni su sette, senza pause, tutte le settimane, di tutti i mesi, di tutti gli anni.

Partecipavano solo alle ricorrenze ed al culto idolatrico dei tanti falsi dèi Egizi.

Il Dio di Abrahamo, di Isacco e di Giacobbe, non poteva essere adorato in giorno di «shabbat», perché dovevano lavorare.

Ma i racconti dei patriarchi continuavano ad essere tramandati di famiglia in famiglia, così le loro radici erano salve!

Gli ebrei vennero liberati

dalla schiavitù fisica e dall’idolatria,

per essere messi nella condizione di libertà di culto.

Così anche noi siamo stati riscattati dalla schiavitù del peccato,

cioè dall’idolatria del nostro vano modo di vivere

per diventare veri adoratori.

La motivazione ed il fine sono sempre gli stessi,

offrire il culto a DIO

e la Vita Eterna

in Cristo Gesù nostro Signore!

Efesini 2:10

Noi infatti siamo il Suo Poema,

fondati in Cristo Gesù

su le buone opere

che Dio ha precedentemente preparato,

perché in esse camminassimo.

Non finirò mai di dirlo abbastanza!

La salvezza è per grazia mediante la fede, non siamo salvati per la legge/Torah ma per la grazia di Dio!

Non dobbiamo camminare nelle opere buone che Dio ha precedentemente preparato per essere salvati,

ma perché siamo salvati!

Giovanni 4:23-24

Ma il tempo viene ed è adesso,

che i veri adoratori si prostreranno al Padre in Spirito divino e Verità!

Perché il Padre desidera che siano così quelli che Lo adorano.

24) Dio è Spirito divino, e quelli che lo adorano devono adorarlo in Spirito divino e Verità.

La parola adorare in ebraico significa anche servire.

Perciò, la vera libertà di culto è si quando adoriamo in Spirito divino «parlandoci con salmi, inni e canti spirituali, cantando e salmeggiando nel nostro cuore al Signore» (Efesini 5:19)

Ma anche servirlo «in modo pratico e reale» (1^ Giovanni 3:18).

Questo è camminare pieni di Grazia e di Verità!

Impariamo dal nostro Signore

«Yeshua haMashiah mi Nazareth»

«a vivere ripieni di grazia e di Verità»

Questa meditazione è stato fatta al meglio della mia conoscenza attuale della Parola di Dio, perciò può essere soggetta a modifiche.

Abrahamo e la Pasqua

(2^ Parte)

« INVITO INVITO »

A tutti i credenti che hanno il desiderio di conoscere il modello della:

«Chiesa originale di Gesù Cristo, nata a Gerusalemme»

vista dallo studio su: «Atti 2:41-47» consultatelo insieme agli approfondimenti, informatevi, fate domande direttamente sulle pagine stesse del sito, chiedete, commentate, sarà un conoscersi passo→ passo→ verso la vera Chiesa, aspettiamo il vostro contributo.


«inviateci una e-mail ed entrate in contatto con noi»


Che la grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.

«Regole per chi Commenta»

3 commenti
  1. Filippo Zani
    Filippo Zani dice:

    Verità e Grazia sono due aspetti tra i quali spesso pensiamo di dover trovare un equilibrio.
    Come se dovessimo tenere i piedi in due staffe.
    Ma pensare all’equilibrio tra questi due aspetti è un idea falsa perché la Grazia e la Verità sono la stessa cosa in Dio.
    Yeshua ha camminato in mezzo a noi pieno di Grazia e Verità.
    Non si tratta di trovare un equilibrio quanto di viverle pienamente entrambe perché sono una cosa sola.
    Se andiamo a vedere la parola grazia nella Torah, come ad esempio nel versetto che segue,vediamo che si porta quasi sempre dietro la parola “trovare” nella traduzione in italiano

    Genesi 18:3
    «Signor mio, se ho trovato grazia davanti a te, ti prego non passare senza fermarti dal tuo servo!

    Come si vede la grazia in questo caso ha un significato preciso di concessione fatta da Dio ad Abrahamo di dimorare con lui.
    In tutta la Tanak la parola grazia si porta sempre dietro un senso di timore molto profondo.
    Nella traduzione dei settanta la parola greca è “Charis” la stessa tradotta con grazia negli scritti apostolici.
    Dio ci ha fatto la grazia di poter conoscere, cioè vivere la Verità.
    Credo che il senso della grazia che Dio ci fa non sia quello di un “condono” ma piuttosto quello di concederci di poter vivere con lui. Non importa quale sia la nostra condizione oggi, non importa quale sia il peccato che abbiamo commesso e quali siano state le conseguenze (che ahimè sempre ci sono) ma oggi abbiamo la possibilità di cambiare, di conoscere e mettere in pratica la Verità.
    E vediamo che negli scritti apostolici il senso è esattamente questo.

    Efesini 3:8
    A me, il minimo di tutti i santi, è stata data questa grazia di annunziare fra i gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo,

    Come si vede la parola grazia (Charis) significa esattamente questo.
    Paolo ringrazia Dio perché gli ha concesso di servirlo.
    Infine una riflessione sul versetto iniziale di Esodo.
    Tale riflessione è probabilmente un po’ forzata, tuttavia credo che non si allontani molto dal succo della questione.
    Se consideriamo l’evento dell’Esodo nel suo complesso dall’uscita dall’Egitto all’arrivo in terra promessa, possiamo dire che è molto probabilmente il più colossale nella Bibbia.
    Quattro dei cinque libri della Torah riguardano questo periodo storico.
    La quantità di prodigi fatti da Dio durante questa periodo è semplicemente sbalorditiva.
    Tutto questo per liberare un popolo che potesse festeggiare Dio ovvero celebrarLo, rendere il culto a Lui.
    Sembra che Dio abbia fatto tutto con questo fine.

    Esodo 5:1
    Dopo questo, Mosè ed Aronne andarono dal Faraone e gli dissero:
    “Così dice YHWH, il DIO d’Israele:
    «Lascia andare il mio popolo, perché mi celebri una festa nel deserto»”.

    L’importanza di festeggiare Dio è quindi enorme.
    Questo ci deve fare molto riflettere.
    Dio ci fa la grazia di poterlo celebrare.
    Shalom.

  2. MASSIMO FUSI
    MASSIMO FUSI dice:

    Carissimi fratelli e sorelle in YESHUA MASCHIACH shalom.
    L’apostolo Paolo nella 1^ Corinzi 5:7 afferma: «Togliete via dunque il vecchio lievito, affinché siate una nuova pasta, come ben siete senza lievito; la nostra pasqua infatti, cioè Cristo, è stata immolata per noi».
    Il nostro Signore è morto per ognuno di noi per poter nascere di nuovo e dall’alto affinché attraverso il Suo Spirito Divino potessimo diventare uomini e donne liberi.
    Liberi dal peccato, dai legami, dalle circostanze e dal vecchio vano modo di vivere tramandatoci dai nostri padri.
    Per questo motivo la Pasqua è la festa più importante che anche noi celebriamo proprio in un «deserto».
    Ma come dice il nostro Pastore questo è solo l’inizio di un percorso meraviglioso e a volte difficile in quanto si scontra con una mentalità completamente opposta alla bellezza e alla purezza della VERITÀ ma che gradatamente ci trasforma come scritto nella 2^ Corinzi 3:18 «E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore».
    Lo scopo di questo processo di metamorfosi è quello di farci diventare veri adoratori di YESHUA MASCHIACH-YHWH in Spirito divino e Verità.
    Il Signore in Giovanni 4:22 parla così alla samaritana: «Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo; perché la salvezza viene dai Giudei».
    NOI ADORIAMO QUEL CHE CONOSCIAMO.
    Termino queste mie riflessioni ponendo questa domanda: perché il Padre richiede tali adoratori?
    La mia risposta è questa: perché è solo attraverso l’adorazione che entriamo nella più assoluta libertà di Spirito.
    E’ lì che il SIGNORE si manifesta e rilascia le Sue benedizioni per noi e per coloro che hanno veramente fame di GIUSTIZIA E VERITA’.

  3. Paolo Niccolai
    Paolo Niccolai dice:

    Pace.
    È fondamentale a mio avviso comprendere pienamente e riuscire a vivere secondo quanto scritto in questa meditazione:
    «anche noi siamo stati riscattati dalla schiavitù del peccato, cioè dall’idolatria del nostro vano modo di vivere per diventare veri adoratori».
    Spesso anche senza accorgermene, mi trovo ad idolatrare la vita quotidiana. Le «cose da fare» sembrano avere la precedenza sul Regno di Dio, questa in qualche modo è una forma di idolatria subdola, che fa apparire tutto normale, ma che in realtà mi manda fuori strada.
    Siamo stati riscattati attraverso il sangue di Yeshua, e per questo ora facciamo parte del suo Regno, infatti la Sua parola ci dice di ricercare prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutte le altre cose saranno sopraggiunte (Matteo 6:33).
    Tutte le altre cose, le cose da fare, saranno aggiunte, non avranno la priorità.
    Questa è la differenza tra vivere secondo Dio, e vivere nel vecchio e vano modo.
    Anziché vivere sottomesso dalle ansietà e dalla frenesia della vita moderna, vivere sottomesso allo Spirito divino, ed ubbidiente alla Verità, cioè alla Torah, come un vero adoratore.
    Giovanni 4:23-24 Ma il tempo viene ed è adesso, che i veri adoratori si prostreranno al Padre in Spirito divino e Verità! Perché il Padre desidera che siano così quelli che Lo adorano.
    Dio è Spirito divino, e quelli che lo adorano devono adorarlo in Spirito divino e Verità.
    Shalom!

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *