Missione Cristiana 153

Dio è amore

cosa l’amore è e cosa non è!

Messaggio audio

1^ Corinzi 13:4-7

L’amore «agapê» è paziente

è benevolo

l’amore «agapê»

non invidia

non si vanta/mette in mostra

non si gonfia

non si comporta in modo indecoroso,

non cerca le cose proprie

non si irrita

non sospetta il male

non si rallegra dell’ingiustizia, ma

gioisce con la verità (Gesù Cristo)

tollera ogni cosa

crede ogni cosa

spera ogni cosa

sopporta ogni cosa.

Cosa non è l’amore «agapê»

l’amore «agapê»

non invidia

La parola «invidia» viene dal greco «zêloi»

e si riferisce a uno stato d’animo in relazione a un bene o una qualità di un altro.

Le motivazioni dell’invidioso sono:

Amarezza,

in genere prodotta da ferite personali.

Inganno,

credere che non sia peccato invidiare, perché ottenebrato dal peccato.

Senso di Colpa,

sbagliare e non volerlo ammettere, induce all’invidia.

Amara Gelosia,

per ciò che sono o possiedono gli altri

che diventano quindi oggetto della propria invidia.

Sofferenza,

nel vedere il successo degli altri produce invidia.

Romani 1:28-32

E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti,

29) essendo ripieni d’ogni ingiustizia fornicazione, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, omicidio, contesa frode, malignità,

30) ingannatori, maldicenti, odiatori di Dio, ingiuriosi, superbi, vanagloriosi ideatori di oltraggi, ribelli ai genitori,

31) stolti, perfidi, spietati, senza pietà!

32) Taluni conoscendo lo statuto di Dio che quelli che mettono in pratica le sì fatte cose sono meritevoli di morte non soltanto le fanno, ma per di più approvano quelli che le mettono in pratica.

L’invidia è un sentimento velenoso e inconfessabile,

è il bruciore che si avverte quando si perde in confronto a qualcuno.

Quando un altro ha qualcosa che noi vorremmo, cose, case, soldi, posizione sociale, o qualità come la bellezza, l’intelligenza, la capacità di fare, il successo in amore, talenti come il canto, la musica, la pittura, la scultura, lo sport.

Questo accade anche nelle chiese, dove Dio dispensa i suoi talenti secondo la Sua volontà, ma che non tutti accettano, questo infatti porta divisione, o abbandono della comunità, perché «l’invidioso» non sopporta le diverse e migliori capacità di un altro, fra l’altro, donate da Dio.

Matteo 25:15

A uno diede cinque talenti,

a un altro due

e a un altro uno,

a ciascuno secondo la sua capacità;

e subito partì.

L’invidia può essere momentanea o diventare perniciosa, cioè un modo di essere, uno stato di malessere e inadeguatezza, con un vera malevolenza verso le persone invidiate.

Come riconosco se soffro di invidia?

Vediamo i sintomi dell’invidia:

La malignità

L’invidioso cerca di svalutare il prossimo con il maggior numero di persone.

Appena conosce qualcuno gli trova subito dei difetti, dei limiti, delle debolezze e sente il bisogno di renderli noti e di provocare il commento negativo degli altri.

Solitamente gli invidiosi sparlano quando la persona da svalutare non è presente, gli parlano dietro, partendo da una battuta o un modo di fare della persona.

Ovviamente, c’è sempre qualcuno che si associa al pettegolezzo, che vuole dire la sua, innescando una reazione a catena, fino a che la persona in oggetto non viene derisa, svalutata e calunniata.

Il giudizio

L’invidioso, giudica, attacca e svaluta chi pensa abbia più successo di lui, chi è più felice, chi è più forte, chi è più dotato, giustificandosi con se stesso dell’ingiustizia di non essere riconosciuto al posto dell’altro.

La critica

L’attenzione dell’invidioso è rivolta a trovare il difetto, il punto debole del suo prossimo, cercando un suo eventuale errore.

Poi, nel momento meno appropriato, scaglia la sua critica, svalutando la vittima della sua invidia.

Chi sono le vittime designate degli invidiosi?

Sono le persone attive, che si prodigano per gli altri, che hanno sogni e progetti da realizzare.

Il pessimismo

Il pessimista ha una visione oscura del futuro.

Si aspetta solo il peggio, e non si fida di nessuno e nessuno merita il suo aiuto.

È sempre negativo e invidioso.

Attenzione!

Porta in se una profonda capacità di contagio.

Il vittimismo

L’invidioso si commisera, si lamenta, si lagna.

È una persona passiva, sta a guardare, scansa, non agisce, non affronta la vita, non si butta, non rischia, non prova.

Vorrebbe che fossero gli altri a darsi da fare al suo posto, a risolvergli i problemi.

Romani 3:9-22

Che dunque?

Siamo superiori?

Assolutamente no!

Infatti abbiamo prima accusato sia Giudei sia Greci essere tutti sotto peccato,

10) come è scritto: «Non esiste un giusto nemmeno uno solo.

11) Non esiste chi comprende, non c’è nessuno che ricerca Dio;

12) tutti si sono voltati indietro, si corruppero insieme.

Non si trova chi pratichi la benevolenza, nemmeno uno.

13) Una tomba scoperchiata è la loro gola,  ingannano con le loro lingue, veleno di aspidi è sotto le loro labbra.

14) La loro bocca  è carica di imprecazioni/maledizioni e amarezza.

15) Precipitosi sono i loro piedi a versar sangue,

16) rovina e pena è nei loro modi d’agire,

17) e non conobbero via di pace.

18) Non c’è timor di Dio davanti ai loro occhi».

19) Tuttavia sappiamo che quanto la Legge/Torah ordina a quelli parla secondo il principio/regola/precetto, per chiudere ogni bocca e tutto il mondo si manifesti colpevole a Dio!

20) Per questo che dalle opere della Legge/Torah non sarà reputato giusto alcun mortale al Suo cospetto; infatti grazie  alla Legge/Torah c’è cognizione di peccato.

21) Ora dunque oltre la Legge/Torah s’è manifestata Giustizia di Dio, testimoniata per opera della Legge/Torah e dei profeti,

22) però una giustizia di Dio per fede di Gesù Cristo, per tutti quelli che credono!

Tutti provano o hanno provato invidia,

ma quasi nessuno lo confessa.

È il comportamento negativo meno accettato da se stessi,

perché ci dice che siamo veramente meschini e inferiori rispetto agli altri.

L’invidia si prova soprattutto per le persone che si considerano simili a noi.

Per una ragazza l’invidia è nei confronti della «amica» più bella e ammirata, più che nei confronti dell’attrice famosa; si invidia di più chi si conosce, l’amico e collega che è stato promosso, non il padrone della azienda.

L’invidia si può scatenare nei confronti delle persone a cui teniamo e addirittura vogliamo bene, fratelli o sorelle, amici, compagni di classe.

Può essere doloroso sentirsi inferiori rispetto ai successi di un amico, addirittura di un fratello o una sorella, basti pensare a Caino ed Abele, o Giacobbe ed Esaù, a Giuseppe ed i suoi fratelli.

Genesi 4:3-8

Col passare del tempo, avvenne che Caino fece un’offerta di frutti della terra a YHWH;

4)  Ora Abele offerse anch’egli dei primogeniti del suo gregge e il loro grasso.

E YHWH riguardò Abele e la sua offerta,

5)  ma non riguardò Caino e la sua offerta.

Così Caino ne fu molto irritato, e il suo viso ne fu abbattuto.

6) Allora YHWH disse a Caino: «Perché sei tu irritato e perché è il tuo volto abbattuto?

7) Se fai bene non sarai tu accettato?

Ma se fai male, il peccato sta spiandoti alla porta e i suoi desideri sono volti a te; ma tu lo devi dominare».

8) E Caino parlò con suo fratello Abele; quando furono nei campi, Caino si levò contro suo fratello Abele e lo uccise.

L’invidia è un veleno sopratutto per chi la vive.

L’invidia porta con se un profondo senso di inferiorità.

Si crede che i meriti degli altri non siano giusti, si pensa di non riuscire a fare le stesse cose, quello che facciamo noi è sempre meglio, ma non viene considerato in modo adeguato; questo comportamento distorce le nostre vere qualità, ci porta fuori controllo, non si riesce più a valutare in modo reale ciò che siamo e ciò che sappiamo fare, non tutti abbiamo le stesse capacità, ma tutti abbiamo delle capacità.

Ricordiamoci che il nostro combattimento non è in contro agli uomini ma in confronto agli spiriti immondi.

Efesini 6:12

poiché il nostro combattimento non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potestà, contro i dominatori del mondo di tenebre di questa età, contro gli spiriti malvagi nei luoghi celesti.

Gli uomini tendono a giudicare tutto in termini di confronto sociale.

Per la soddisfazione non conta più quello che abbiamo, ma se questo è più o meno di quanto hanno gli altri con cui ci si rapporta.

Come dice il proverbio:

«L’erba del vicino è sempre più verde»

L’invidia se riconosciuta può essere vinta e indirizzata verso l’emulazione,  facendo appello alle nostre capacità per raggiungere un certo traguardo.

Possono spingerci all’emulazione gli eroi della fede, oppure nel mondo gli sportivi, i personaggi della cultura, della medicina o dello spettacolo, tutti quelli per cui si prova ammirazione, desiderando di essere come loro.

L’invidia si trasformerà in competizione, come nello sport, che spinge chi arriva secondo a vincere.

Se l’invidia ci indica uno svantaggio, impegnarsi per recuperare è la migliore strategia per vincere l’invidia.

1^ Giovanni 4:17

In questo è giunto alla perfezione l’amore tra noi, affinché avessimo libertà di parola nel giorno del giudizio, poiché come Egli è (Gesù) fossimo anche noi in questo mondo.

Perciò se vogliamo emulare qualcuno, abbiamo in Gesù l’uomo perfetto da eguagliare.

Giacomo 3:13-16

Chi è savio e intelligente fra voi?

Mostri con la buona condotta le sue opere fatte con mansuetudine di sapienza.

14) Ma se nel vostro cuore avete amara gelosia e spirito di contesa, non vantatevi e non mentite contro la verità.

15) Questa non è la sapienza che discende dall’alto, ma è terrena, animale e diabolica.

16) Dove infatti c’è invidia e contesa, lì c’è turbamento ed ogni sorta di opere malvagie.

Impariamo dal nostro Signore

«Yeshua haMashiah mi Nazareth»

a non invidiare!

Questa meditazione è stato fatta al meglio della mia conoscenza attuale della Parola di Dio, perciò può essere soggetta a modifiche.

« INVITO INVITO »

A tutti i credenti che hanno il desiderio di conoscere il modello della:

«Chiesa originale di Gesù Cristo, nata a Gerusalemme»

vista dallo studio su: «Atti 2:41-47» consultatelo insieme agli approfondimenti, informatevi, fate domande direttamente sulle pagine stesse del sito, chiedete, commentate, sarà un conoscersi passo→ passo→ verso la vera Chiesa, aspettiamo il vostro contributo.


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Che la grazia del Signor nostro Gesù Cristo sia con tutti voi.

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2 commenti
  1. Massimo Fusi
    Massimo Fusi dice:

    Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, quanti altri episodi oltre a quelli menzionati in questo insegnamento troviamo nella Parola che ci parlano dell’invidia degli uomini e delle nefaste conseguenze che essa produce!
    Ne cito alcuni che ci inducono a riflettere molto: le rimostranze di Miriam e di Aaronne contro Mosè (Numeri 12), oppure sempre in Numeri al capito 16 la ribellione di Kore, Dathan e Abiram più i 250 principi dell’assemblea contro Mosè ed Aaronne ed infine l’atteggiamento del figlio maggiore nella parabola del figlio prodigo (Luca 15:11-32) dove al versetto 30 egli si rivolge al padre con queste parole: “Ma quando è tornato questo tuo figlio”, come se non lo riconoscesse più come fratello.
    Però, fatte queste brevi considerazioni, desidero invece portare alla vostra attenzione di cosa non è invidia e di come l’amore di Dio si manifesta nel cuore di un uomo: Gionathan.
    Si parla spesso di Davide e non ci viene da pensare che Gionathan era figlio di Saul, principe ed erede al trono.
    Eppure lui riconosce in Davide l’unto di Dio ed il futuro re di Israele e sarà per sempre unito a quest’uomo da una profonda amicizia che lo porterà a schierarsi contro suo padre.
    In 1° Samuele 18:3-4 sta scritto: “3) Gionathan fece quindi un patto con Davide, perché lo amava come la sua anima. 4) Poi Gionathan si tolse il mantello che indossava e lo diede a Davide, e vi aggiunse pure le sue vesti, la sua spada, il suo arco e la sua cintura.
    Questo è veramente l’Amore di Dio che non invidia e che gioisce con la verità (Cristo Gesù).

  2. Filippo
    Filippo dice:

    Chi può pensare di essere sufficiente a queste cose? Di sicuro non io.
    L’invidia è un problema nel quale possiamo cadere ogni giorno.
    Come si fa a non cadere nell’invidia?
    Innanzitutto dobbiamo vedere l’invidia come un frutto della carne.
    Galati 5:19-21
    Ora le opere della carne sono manifeste e sono: adulterio, fornicazione, impurità, dissolutezza, 20 idolatria, magia, inimicizie, contese, gelosie, ire, risse, divisioni, sette, 21 invidie, omicidi, ubriachezze, ghiottonerie e cose simili a queste, circa le quali vi prevengo, come vi ho già detto prima, che coloro che fanno tali cose non erediteranno il regno di Dio.

    Quindi se riconosciamo uno dei sintomi riportati in questa predicazione viviamo nell’invidia e significa quindi che in noi è giunta a frutto l’opera della carne.
    Per quanto possa sforzarmi, senza lo Spirito io sono carne e produco solo cose di questo tipo.
    Ma allora capiamo che senza lo Spirito non possiamo evitare il frutto della carne.
    Romani 1:28-29
    E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti, 29 essendo ripieni d’ogni ingiustizia, fornicazione, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, omicidio, contesa frode, malignità,

    Il non voler conoscere Dio è la causa dell’invidia, se decidiamo di non essere discepoli di Cristo, siamo destinati a vivere una vita spesa nel frutto della carne.

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