Missione Cristiana 153

AGAPÊ •

• CONTEMPLANDO •

CONTEMPLARE ci PORTA ad AVERE FEDE in AZIONE!

Quando ci esponiamo al sole, ogni parte scoperta del corpo inizia a trasformarsi, dopo qualche tempo sarà abbronzata.

Se entriamo in una zona fumatori anche senza fumare, dopo un po’ anche noi puzzeremo di fumo, senza aver toccato sigaretta.

Se andiamo in un paese straniero prenderemo l’uso e i costumi di quel posto.

1^ Corinzi 15:33

Non vi ingannate;

le cattive compagnie

corrompono i buoni costumi.

Quando restiamo alla presenza di qualcuno o di qualcosa, anche non volendo ci trasformeremo in quel qualcuno o qualcosa, in BENE o in MALE.

2^  Corinzi 3:17-18

Ora il Signore è lo Spirito, e dov’è lo Spirito del Signore, vi è libertà.

18) E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore.

Il vocabolo greco per «trasformati» qui è «metamorfosi», che significa cambiamento, trasformazione, trasfigurazione.

Se fissiamo intensamente il nostro sguardo sul Messia, cioè osserviamo la Sua Parola e la mettiamo in pratica, iniziamo a trasformarci, ad immagine e somiglianza del carattere di Yeshùa.

Contemplare a faccia scoperta, cioè senza preconcetti, senza maschere, con la mente sgombra da ogni pregiudizio, ammirando la meraviglia di Colui che abbiamo davanti:

Yeshùa il Messia, la Torà, o Logos che si è fatto carne ed ha camminato in mezzo agli uomini ripieno di grazia e di verità per insegnarci a camminare in Lui.

In questo modo adempiamo alla volontà di Dio, che desidera che noi ci trasformiamo a immagine e somiglianza Sua.

Cioè, che la fede di Yeshùa uomo, diventi la nostra fede, credere al di là delle nostre apparenti possibilità, tenere gli occhi sul Frutto dello Spirito divino, sulle Promesse di Dio e i Doni dello Spirito Santo come realtà per oggi.

Contemplando, cioè SVUOTANDO la nostra mente dall’incredulità, per vivere in Cristo:

Giovanni 14:12

In verità, in verità vi dico:

chi crede in me farà anch’egli le opere che io faccio;

anzi ne farà di più grandi di queste,

perché io vado al Padre! 

Matteo 17:2

e fu trasfigurato alla loro presenza:

la sua faccia risplendé come il sole

e le sue vesti divennero candide come la luce.

La prima cosa che vediamo quando contempliamo il Signore è quanto siamo diversi da Lui:

«RISPLENDÈ come il SOLE»

«Non importa sentirsi buoni»

Lo Spirito divino ci mostra quanto siamo lontani dalla gloria o perfezione di Dio, quanto siamo egoisti, quanto ancora c’è della nostra carnalità sbagliata.

Salmo 63:3-4

Così Ti vorrei contemplare nel santuario per ammirare la Tua forza e la Tua Gloria.

4) Poiché la Tua Grazia vale più della vita, le mie labbra Ti loderanno.

Mentre CONTEMPLIAMO Cristo, inizia in noi un’opera soprannaturale, il lavacro della Parola.

Ci rendiamo conto che Lui ha compiuto ogni giustizia per noi.

Veniamo TRASFORMATI, non per quello che facciamo, perché possiamo fare l’opera di Dio solo se ci lasciamo trasformare da Lui.

Lo Spirito Santo ha già iniziato in noi il glorioso processo della TRASFIGURAZIONE,

perciò dobbiamo soltanto non sottrarci dai Suoi insegnamenti e dalla Sua influenza.

Numeri 12:8

Con lui io parlo faccia a faccia, facendomi vedere, e non con detti oscuri;

ed egli contempla la sembianza di YHWH.

Perché dunque non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?

Il nostro compito è andare alla Sua presenza, fissando il nostro sguardo su di Lui, sul Logos, su i Suoi insegnamenti che si riassumono tutti in uno:

«AGAPÊ»

rivelando il Suo Amore in modo pratico e reale.

Dobbiamo mettere la nostra più completa FIDUCIA in Yeshùa il Messia, che è il Principio, l’Autore, il Compitore, il Perfezionatore della nostra FEDE.

Il termine greco per «contemplare» indica: «tenere gli occhi su … »

Significa scegliere:

«Io non mi muoverò da questa posizione»

il Tuo «AGAPÊ» è Vita per me.

Prima di fare qualunque altra cosa, farò appello alla Sua «Grazia» per sottomettere il mio vecchio «io».

«Voglio Restare alla Presenza di DIO»

Ebrei 12:2

tenendo gli occhi su Colui che è il principiocompitore  perfezionatore della fede: Yeshùa, il Quale per amore della gioia messagli innanzi disprezzata la stima è sottostato alla croce, a destra e sopra il trono di DIO Si è assiso.

Tutte le difficoltà, i disagi e le prove nella vita di un credente, sono un richiamo a tenere gli occhi su Yeshùa, sulla Torà, sul Logos per osservarla, cioè metterla in pratica.

Giovanni 6:40

Poiché questa è la volontà del Padre mio:

che chiunque contempla il Figlio e crede in lui,

abbia vita eterna,

ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno.

È un rapporto di intimità profonda!

Matteo 6:6

Ma tu, quando preghi, entra nella tua cameretta, chiudi la tua porta e prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà pubblicamente.

È un vero Tesoro!

Matteo 6:20-21

anzi fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano.

21) Perché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

Romani 10:17 – Giovanni 14:12 – Luca 7:22

La fede dunque viene ASCOLTANDO le rivelazioni, i «rêmata» di Yeshùa:

«Amen, Amen vi dico: chi crede in me farà anch’egli le opere che io faccio»

cresce MEDITANDO sulle Sue promesse:

«anzi ne farà di più grandi di queste, perché io vado al Padre!»

e si manifesta CONTEMPLANDO le Sue azioni:

«i ciechi recuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risuscitano, e l’evangelo è annunziato ai poveri»

Prendiamo ora come esempio Mosè, l’uomo a cui è stata affidata la Torà.

Ecco che il popolo davanti al riflesso dello splendore divino, su Mosè, viene colto da un santo timore, una sorta di paura.

Esodo 34:29-30

Ora quando Mosè scese dal monte Sinai avendo in mano le due tavole della testimonianza egli non sapeva che la pelle del suo volto era divenuta risplendentedopo che YHWH gli aveva parlato.

30) Così, quando Aronne e tutti i figli d’Israele riguardando Mosè, videro che la pelle del suo volto risplendeva non osavano avvicinarsi a lui.

Anche se in modo diverso, il popolo che sta davanti a Yeshùa, la Torà, il Logos che si è fatto carne, viene colto da un santo timore, una sorta di paura.

Giovanni 18:3-6

Giuda dunque avendo preso un manipolo e dei servi dei sommi sacerdoti e dei farisei va là con fiaccole, lanterne e funi.

4) Pertanto Gesù vedendo manifestarsi tutte queste cose contro di Sé, Si è fatto avanti e dice loro: «Chi cercate?»

5) Gli risposero: «Yeshùa il Nazareno».

Dice loro il Signore Yeshùa:

«Io Sono».

Ora anche Giuda che Lo consegnava si trovava con quelli.

6) Appena dunque ha detto loro:

«Io Sono»,

se ne andarono all’indietro e caddero al suolo.

Giovanni 16:8

E dopo che sarà giunto lo Spirito Santo, proprio Quello accuserà il mondo di peccato di giustizia e di giudizio.

La prima cosa che dobbiamo domandarci, se siamo onesti con noi stessi,

CONTEMPLANDO il Signore Yeshùa è:

Quanto siamo diversi da Lui?

Lo Spirito Santo è venuto ad:

«ACCUSARE»

«RIMPROVERARE»

il MONDO

di Peccato  di Giustizia  di Giudizio

Quanto siamo ancora del MONDO?

Dobbiamo mantenere la nostra fiducia nello Spirito Santo, che ci insegna a trasformarci ad immagine di Cristo.

Efesini 3:16

perché vi conceda con potenza secondo le ricchezze della Sua gloria di essere fortificati nell’uomo interiore grazie al Suo Spirito,

Efesini 5:14b

Perciò dice: «Svegliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e comincerà a risplendere per te il Messia».

Giovanni 8:12

Quindi il Signore Yeshùa ha parlato a loro di nuovo dicendo:

«IO SONO la luce del mondo!

Chi viene dietro a Me non c’è da temere che cammini nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».

Atti 13:47

Poiché così ci ha comandato il Signore: «Io ti ho posto come luce dei popoli perché tu porti la salvezza fino all’estremità della terra».

1^ Giovanni 4:17

In questo è giunto alla perfezione l’amore tra noi, affinché avessimo libertà di parola nel giorno del giudizio, poiché come Egli è (Yeshùa) fossimo anche noi in questo mondo.

«Il Signore vuole trasformarci per farci vivere nello Spirito divino»

Impariamo dal nostro Signore

«Yeshua il Messia»

a SVUOTARE la nostra mente dall’incredulità,

per credere alle Sue parole:

Giovanni 14:12

 Amen ed amen vi dico:

chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io,

e ne farà di maggiori,

perché io me ne vado al Padre.

Questa meditazione è stato fatta al meglio della mia conoscenza attuale della Parola di Dio, perciò può essere soggetta a modifiche.

« INVITO INVITO »

A tutti i credenti che hanno il desiderio di conoscere il modello della:

«Chiesa originale di Yeshùa il Messia, nata a Gerusalemme»

vista dallo studio su: «Atti 2:41-47» consultatelo insieme agli approfondimenti, informatevi, fate domande direttamente sulle pagine stesse del sito, chiedete, commentate, sarà un conoscersi passo→ passo→ verso la vera Chiesa, aspettiamo il vostro contributo.


«inviateci una e-mail ed entrate in contatto con noi»


Che la grazia del Signor nostro Yeshùa il Messia (Gesù Cristo) sia con tutti noi.

Prossima meditazione:

• TRASFIGURAZIONE •

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7 commenti
  1. Missione153
    Missione153 dice:

    Pace a te,
    «Come posso riuscire ad accostarmi in piena libertà per contemplare la gloria del Signore Gesù?»
    C’è un modo, lasciarsi trasformare dallo Spirito Santo, per vivere nel Frutto dello Spirito divino.
    Nel prossimo studio proverò a rispondere alla tua domanda.

  2. Veronica Gabriella
    Veronica Gabriella dice:

    Pace a tutti.
    Grazie a questo studio sono riuscita a dare un significato più ampio alla parola “contemplare”.
    Prima pensavo che fosse una parola statica, utile per meditare e niente di più, ma ora credo che sia una parola attiva…contemplare per agire come farebbe il Signore Gesù!
    Contemplare significa anche svuotare la nostra mente, ma alcune volte non riesco a liberare la mia mente dai pensieri di tutti i giorni per poter ricevere appieno la Parola di Dio ed essere trasformata da essa.
    Come posso riuscire ad accostarmi in piena libertà per contemplare la gloria del Signore Gesù?
    Shalom

  3. Filippo
    Filippo dice:

    La parola greca per “contemplare”è “theóreó”che significa osservare attentamente. Da questa parola deriva ad esempio la parola teoria.
    Le teorie nascono infatti osservando attentamente la realtà.
    È una osservazione approfondita, uno studio.
    Quindi il Signore ci sta dicendo che non è possibile essere cristiani senza tenere gli occhi su di Lui, ovvero trasformandoci ogni giorno secondo come Lui è.
    Ma questo è un principio che troviamo diffusamente anche nell’Antico Testamento.

    Salmo 1:2-3 ma il cui diletto è nella legge dell’Eterno, e sulla sua legge medita giorno e notte. 
    Egli sarà come un albero piantato lungo i rivi d’acqua, che dà il suo frutto nella sua stagione e le cui foglie non appassiscono; e tutto quello che fa prospererà.

    Spesso pensiamo alla contemplazione come qualcosa di simile a un estasi.
    Benché il contemplare coinvolga sicuramente i nostri sensi, forse, più che qualcosa di estatico, la contemplazione è il mettersi in discussione, voler conoscere Dio, i suoi insegnamenti e i sui pensieri per noi.

  4. Abramo
    Abramo dice:

    Pace a tutti
    Dio è Amore, cosi inizia lo studio riportato in Agape.
    Due affermazione che mi portano ad una sola considerazione (domanda): Dio è Amore e l’azione conseguente è Agape.
    Da giovane, tutte le volte che andavo a Firenze, mi sedevo sul ponte prima di Ponte Vecchio, fumavo una sigaretta restando in contemplazione, poi tornando a Pistoia non vedevo l’ora di condividere con le persone a me vicine il piacere che avevo provato.
    In Apocalisse 6:4 “Ma ho questo contro di te : che hai abbandonato il tuo primo amore.”
    Questo versetto mi mette in forte difficoltà, perché Dio è Amore, e se l’amore di Dio è in Agape,questo significa che ho abbandonato Dio.
    L’Amore che penso di vere verso gli altri (quell’amatevi gli uni gli altri) non può essere il mio amore, l’amore che mi insegna Gesù può essere solo quello in 1^ Corinzi 13.
    Tutte le volte che derogo un principio, di fatto ne ho fatto un’altro.
    Abramo

  5. Missione153
    Missione153 dice:

    Pace a te Paolo Cristiano,
    la tua domanda: «contemplare è rimanere ben saldi/ben disposti?»
    Contemplare è tenere gli occhi su Gesù, cioè guardare a come il Signore pregava, faceva e diceva;
    per capire come anche noi dobbiamo pregare, fare e dire, ed avere un cuor ben disposto è sicuramente un’ottima base di partenza.
    Contemplare significa svuotare la nostra mente,
    per riempirla ascoltando le parole «rhema» che riceviamo e sulle quali meditiamo,
    che per mezzo della preghiera ci→ Trasformano ad immagine e somiglianza Sua,
    facendoci vivere nella potenza dello Spirito Santo che ci dona la forza di manifestare le Sue opere.
    Shalom.

  6. Paolo Cristiano
    Paolo Cristiano dice:

    Pace. Amen Massimo! Condivido ogni parola di ciò che hai scritto.
    È importante entrare alla presenza di Dio, e cosa ancora più importante è rimanerci.
    Infatti in questo messaggio si afferma che: «Il nostro compito è andare alla Sua presenza, fissando il nostro sguardo su di Lui, rimanendo nella Sua presenza».
    Il nostro compito è quello di entrare alla presenza di Gesù Cristo il Messia e tenere gli occhi su di Lui, rimanendo quindi ben saldi (aggiungo io).
    Gesù nell’episodio di Giovanni 18:3-6, non si è lasciato sopraffare dalla carne, ma è rimasto saldo, perché teneva gli occhi sul Padre, faceva quello che vedeva fare al Padre.
    Per questo ho una domanda da fare, contemplare è rimanere ben saldi/ben disposti?
    Salmo 57:7-8 Il mio cuore è ben disposto/ben saldo, o DIO, il mio cuore è ben disposto/ben saldo; io canterò e loderò.
    Risvegliati, o spirito mio; risvegliati, salterio e cetra; io risveglierò l’alba.
    Shalom a tutti.

  7. Massimo Fusi
    Massimo Fusi dice:

    Carissimi fratelli e sorelle credenti nel Messia Gesù, grazia a voi e pace da parte di Dio Padre e SIGNORE Gesù Cristo.
    Il nostro è un cammino di trasformazione che avviene solo se ci esponiamo alla LUCE perché è Cristo che porta a compimento la Sua opera in noi.
    Tutto passa da Matteo 6:6, la nostra cameretta.
    Poiché contemplare è meditare su come il Signore si muoveva, desidero evidenziare la prima azione che Gesù compie nell’episodio della donna adultera che è quella descritta nel versetto 1 del capitolo 8 di Giovanni: “E Gesù se ne andò al monte degli Ulivi.
    Ci dobbiamo domandare questo: che cosa era andato a fare Gesù al monte degli Ulivi un luogo a Lui tanto amato? Fra l’altro sarà anche il luogo del Suo ritorno come riportato in Zaccaria 14 versetto 4:«In quel giorno i suoi piedi si fermeranno sopra il monte degli Ulivi che sta di fronte a Gerusalemme»
    Questo è un insegnamento per tutti noi è come se il Signore ci dicesse questo: “non potete trovare e portare soluzione nella vostra vita ed in quella degli altri se prima non entrate alla Mia presenza”.

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